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mar
16
2016
Macchinari inutilizzati e reparti chiusi, indagine sulla "fabbrica" degli sprechi in sanità
Risonanze e TAC che lavorano poche ore al giorno o sono rotte. Reparti nuovi ma mai aperti o
sottoutilizzati. Dispositivi non adatti alle esigenze dei pazienti, personale sanitario costretto a turni
di lavoro massacranti o in trasferta con costi aggiuntivi per le aziende sanitarie, burocrazia costosa e che ostacola il percorso di cura dei pazienti; è la fotografia sulle principali aree di sprechi in
sanità scattata dal rapporto "I due volti della sanità. Tra sprechi e buone pratiche, la road map per la sostenibilità vista dai cittadini", presentato oggi a Roma dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva con il sostegno non condizionato di Farmindustria. Il rapporto prende in esame 104 condizioni di spreco individuate da cittadini, associazioni ed operatori sanitari fra aprile 2014 e aprile 2015 e che a giugno 2015 risultavano ancora irrisolte. In un caso su due, per eliminare lo spreco dovrebbe intervenire la Asl; in un caso su tre la Regione; in uno su dieci l'istituzione nazionale, ossia principalmente il Ministero della Salute.
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