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feb
29
2016
Ssn spaccato dal federalismo: un italiano su dieci rinuncia a curarsi
Il federalismo
non fa bene alla salute dell'Italia che si conferma divisa nell'accesso alle cure. Quasi
un cittadino su dieci rinuncia a curarsi per motivi economici e liste di attesa: la prevenzione si fa a macchia di leopardo, con un Sud che arranca e regioni come Lazio e Veneto che fanno passi indietro rispetto al passato. Altrettanto diversificato di regione in regione l'accesso ai farmaci innovativi, soprattutto per il cancro e l'epatite C; è quanto emerge dall'Osservatorio civico sul federalismo in sanità di
Cittadinanzattiva presentato a Roma. E nelle Regioni in cui il cittadino sborsa di più, per effetto dell'aumento della spesa privata per le prestazioni e della tassazione, i livelli essenziali sono meno garantiti che altrove. "E' ora di passare dai piani di rientro dal debito ai piani di rientro nei livelli essenziali di assistenza, cruciali per la salute dei cittadini e la riduzione delle diseguaglianze", sottolinea Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di
Cittadinanzattiva. La spesa sostenuta privatamente dai cittadini per prestazioni sanitarie in Italia è al di sopra della media Ocse: 3,2% a fronte del 2,8%. In generale le Regioni alle prese con il Piano
di
rientro, e la Campania in particolare, sono quelle che - a fronte di una minore spesa pubblica e privata e di una elevata tassazione - danno meno garanzie ai cittadini nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
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